«La natura non è un luogo fisico in cui recarsi, non è un tesoro da custodire o
conservare in banca, non è un’essenza da proteggere.
La natura non è un testo da decifrarsi in base ai codici della matematica o della biomedicina.
Non è l’alterità che offre origine, materie prime e servizi.
Né madre né curatrice, né schiava né matrice, la natura non è risorsa o mezzo
per la riproduzione dell’uomo. La natura è, strettamente, un luogo comune».
Donna Haraway, "Le promesse dei mostri"
Albatros nasce come studio biologico e comportamentale di alcune tipologie di animali per poi evolvere verso un’indagine sul concetto di natura e di naturale, attraverso una definizione che comprende nella sua molteplicità di significati, l’inclusione degli strumenti tecnologici prodotti dall’immaginazione creativa umana. Avvolti dalla luce e sepolti dall’oscurità, i corpi creano immagini ibride, a tratti aliene, che mutano verso la composizione di figure antropomorfe, attraverso una ricerca sensoriale della propria identità.
Traendo ispirazione dalla teoria cyborg della biologa e filosofa Donna Haraway, l’intera danza sfrutta l’androginia e la somiglianza dei performer per inaugurare un nuovo modo di pensare l’identità sessuata, superando la maniera dualistica di contrapporre il maschile al femminile.
credits
Coreografia e regia: Pablo Ezequiel Rizzo
Interpreti: Alessandra Cozzi Pablo Ezequiel Rizzo Giuseppe Zagaria
Dramaturg: Eliana Rotella
Costumi: Kateryna KovalchuK Manuel Ghidini
Light design: Fabio Aguirre Brusadin
Musiche: ARCA Alva Noto Ryoji Ikeda
Prodotto da HangartFest e Associazione Aiep Ariella Vidach (Milano)
Sostenuto da Movimento Danza (Napoli), Tersicoreaoff (Cagliari) e Festival Ramificazioni.
Progetto finalista del bando "Residanza – La casa della nuova coreografia 2021” promosso nell’ambito del progetto Gap! Change! Now! Projects for the next dance generation – Movimento Danza Gabriella Stazio 2018/2021 in collaborazione con il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale”.